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Spunti di riflessione sull’intelligenza artificiale in Italia, dal convegno “Artificial intelligence” degli Osservatori Digital Innovation

“Si prevede che l’intelligenza artificiale contribuirà con 15,7 trilioni di dollari all’economia globale entro il 2030, fornendo valore socioeconomico a tutte le fasce della società nei prossimi anni. E una parte sostanziale di questo totale andrà alle economie emergenti”. Questo è uno dei dati di scenario presentati oggi nel convegno organizzato da Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano per fare il punto sull’applicazione dell’intelligenza artificiale in Italia.

Durante la giornata sono emersi moltissimi spunti preziosi che vale la pena di richiamare in questa sede per chiarire il contesto nazionale.

Nella definizione del Parlamento europeo, l’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepiscono, risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come una videocamera), li processa e risponde. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.

L’intelligenza artificiale è centrale per la trasformazione digitale della società ed è diventata una delle priorità dell’Unione Europea che si è dotata di una strategia formalizzata nel Coordinated Plan on Artificial Intelligence.

In Italia il tema dell’intelligenza artificiale ha ancora un contributo economico non paragonabile con gli altri paesi europei e fino ad ora è sembrata mancare una chiara strategia di come il paese intenda sfruttarne le potenzialità per ripartire nella fase post-Covid con il rischio, come oggi sta avvenendo, di veder scappare all’estero i nostri talenti in materia una volta usciti dalle università.

Il 12 dicembre 2021 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo Strategic Program on Artificial Intelligence 2022-2024, documento frutto di una collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale.

La strategia adottata dal governo italiano prevede di intervenire in tre aree (ricerca, competenza, economia) e nei settori relativi a infrastrutture, banche, pubblica amministrazione e sicurezza nazionale. Una delle priorità è quella rafforzare la struttura dell’ecosistema di ricerca italiano nell’intelligenza artificiale, favorendo la collaborazione tra il mondo accademico e della ricerca, l’industria, gli enti pubblici e la società, attraverso una progettazione che troverà finanziamento all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Nel mondo della ricerca applicata italiana l’intelligenza artificiale sta avendo un grande impulso nella progettazione intelligente di corsi di formazione, nella logistica intermodale, nella sostenibilità ambientale (per esempio la gestione del ciclo di vita delle batterie), nella sicurezza integrata dei cittadini, nell’estrazione automatizzata di conoscenza da documenti attraverso motori semantici, nella semplificazione e personalizzazione dell’accesso ai servizi pubblici.

Negli anni 2019 e 2020 c’è stato un aumento consistente di progetti sull’intelligenza artificiale per sviluppare ricerche relative alla pandemia, ma nel 2021 si è assistito a un rallentamento correlato anche ad alcuni problemi congiunturali. Tra questi emergono il tempo elevato (mediamente 35 settimane) di fornitura di computer destinati all’intelligenza artificiale dovuto soprattutto alla scarsità delle materie prime di produzione e alla disponibilità di microchip e i costi energetici per la realizzazione di un sistema di intelligenza artificiale (si stima che per l’approntamento di una rete neurale mediamente complessa si genera una quantità di anidride carbonica pari a quella emessa da 5 automobili durante tutto l’arco della loro vita).

Il futuro dell’intelligenza artificiale è comunque quello di diventare sempre più pervasiva ed entrare nella normalità quotidiana come già da anni sta avvenendo in Cina e negli Stati Uniti d’America.

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