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Competenze digitali: un’opportunità per lo sviluppo del Paese
Lo scopo dell’Associazione Cittadinanza Digitale è “la promozione educativa e culturale della cittadinanza digitale, ovvero l’insieme dei diritti e dei doveri che concorrono a semplificare il dialogo tra i cittadini, le organizzazioni private e la pubblica amministrazione tramite le tecnologie digitali”.
La cittadinanza digitale dà come “scontato” che esistano dei servizi digitali e che i cittadini siano capaci di usarli.
Ma non è sempre così, in modo particolare in diversi settori quali ad esempio la pubblica amministrazione.
Abbiamo di fronte quindi due sfide. In primis sviluppare servizi digitali e poi far sì che i cittadini li utilizzino. È del tutto evidente che i servizi saranno tanto più utilizzati quanto più saranno semplici e intuitivi.
Ecco perché le competenze digitali servono: perché lo sviluppo di servizi digitali è costantemente in crescita e perché servono persone competenti per attivare servizi digitali sempre più facili da usare.
E lo sviluppo del Paese ?
La carenza di competenze si traduce in limiti allo sviluppo: l’Italia si posiziona 23esima per qualità e disponibilità dei servizi digitali rivolti a cittadini e imprese. La domanda di competenze digitali in Italia si scontra con ostacoli strutturali che ne rallentano lo sviluppo, limitando l’efficienza dei servizi pubblici e frenando la crescita e la competitività del Paese.
Inoltre, la carenza di alcune figure ci espone a rischi molto gravi. Gli attacchi alla cybersicurezza sono sempre più frequenti e impattanti, ma secondo un’indagine dell’UE le imprese riscontrano notevoli difficoltà nell’assumere personale competente in materia. Nel 2022 la carenza di professionisti della cybersicurezza in tutta l’UE variava tra le 260.000 e le 500.000 persone.
I dati dell’osservatorio Competenze Digitali
Il 12 dicembre 2024 sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio Competenze Digitali 2024 realizzato da AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia in collaborazione con Talents Venture.
Il documento di analisi, intitolato Competenze digitali: un’opportunità per lo sviluppo del Paese, ha l’obiettivo di analizzare il mercato e lo stato di diffusione delle competenze ICT in Italia.
La domanda di figure ICT
Analizzando gli annunci di lavoro su Linkedin tra gennaio 2023 e agosto 2024 si rileva una domanda elevata, tendenzialmente stabile: 184.000 annunci, in media 10.000 al mese.
La domanda di figure ICT non proviene solo dalle aziende che offrono servizi ICT, ma da molti altri settori: consulenza, ingegneria e costruzioni, energia, servizi finanziari, produzione industriale, automotive, etc.
Le figure più richieste sono quelle riportate nella seguente immagine.

Sono risultate più in crescita le figure di Database administrator (+107%), Supporto applicativo (+103%) e Ingegnere devops (+61%).
Non sorprende che il numero di annunci contenenti riferimenti all’Intelligenza artificiale siano cresciuti del 73% da agosto 2023 ad agosto 2024 e il riferimento a parole chiave relative a specifici servizi di IA (per esempio ChatGPT, Claude, Gemini, GitHub Copilot, Microsoft Copilot, etc.) siano cresciuti addirittura del 380%.
I tentativi di risposta del sistema della formazione superiore
I dati ci dicono che nel sistema universitario italiano si registra una piccola crescita verso le competenze digitali, ma ancora troppo lenta. Nel 2023 i laureati in ambito ICT sono stati 22.545 e cresciuti del 9%, peccato che rappresentino solo il 7% sul totale dei laureati nell’anno e siano molti meno della domanda del mercato.
Non è un caso che l’indice DESI, posizioni l’Italia all’ultimo posto tra i 27 paesi dell’Unione Europea.
Anche l’offerta formativa di corsi di laurea ICT cresce troppo lentamente: solo il 16% dei nuovi corsi approvati dall’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) per l’anno accademico 2024/2025 riguardano ambiti ICT.
Anche esaminando il sistema degli istituti tecnologici superiori (ITS) il panorama non cambia. Gli iscritti effettivi nell’area ICT sono aumentati del 18%, ma resta marginale rispetto al sistema ITS complessivo.
Il parere delle aziende
L’Osservatorio ha intervistato i manager di 49 aziende di diverse dimensioni per indagare sulle difficoltà a trovare competenze digitali sul mercato del lavoro.
L’elevata competizione tra aziende per i talenti digitali (52%) e la difficoltà a trattenere i talenti (52%) sono chiari indicatori di scarsità di offerta di figure qualificate che determina un mercato del lavoro competitivo. Uno degli effetti è il costo elevato, indicato al terzo posto delle difficoltà dal 33% delle aziende.
Le dinamiche del mercato del lavoro giovanile e qualificato andrebbero indagate meglio e incrociate con il fenomeno dell’emigrazione (un milione di italiani negli ultimi dieci anni). Tra il 2028 ed il 2021 sono emigrati all’estero quasi mezzo milione di italiani in quattro anni e la causa principale è indicata nel peggioramento delle condizioni salariali e del potere d’acquisto.
Fa un certo effetto rilevare che le aziende ritengano più soddisfacente la formazione degli ITS rispetto a quella universitaria. Occorre incrementare l’offerta degli ITS e migliorare la preparazione delle università.
Le possibili soluzioni
Il report dell’Osservatorio Competenze Digitali 2024 si chiude con sei proposte:
- Potenziare l’università per rispondere alle sfide digitali
- Promuovere i percorsi ITS per colmare il gap di competenze
- Costruire una scuola digitale inclusiva e orientata al futuro
- Sbloccare il potenziale della forza lavoro con la formazione
- Trasformare agevolazioni nel futuro tecnologico
- Aprire le porte delle academy
Sono tutte azioni condivisibili, in parte in capo alle aziende, ma in gran parte in capo alle istituzioni. Occorre dunque investire sempre più in un settore strategico che non solo crea lavoro, ma aumenta l’efficienza e la produttività del sistema socio-economico.