di Giuseppe Aquino e Paola Consonni L'analisi in breve Il recente report della CGIA di…
L’atteggiamento degli italiani verso i pagamenti elettronici
I pagamenti elettronici stanno crescendo nel nostro Paese in modo significativo, nonostante l’Italia non abbia ancora raggiunto le posizioni alte della classifica europea per numero di transazioni elettroniche eseguite dai cittadini.
La diffusione delle piattaforme di commercio elettronico, il Codice dell’amministrazione digitale e le successive misure per la transizione digitale della pubblica amministrazione, la spinta alla digitalizzazione delle vite dei cittadini portata dalla pandemia COVID-19 sono stati determinanti per lo sviluppo dei pagamenti elettronici nel nostro Paese.
Dal 2015 al 2022 siamo passati da 174 miliardi a 400 miliardi di euro pagati elettronicamente, con una sostanziale parità tra questo tipo di pagamenti e quelli in contanti e con quasi il 40% dei consumi delle famiglie italiane pagato elettronicamente.
Il rapporto tra i cittadini e i pagamenti elettronici
Per analizzare l’utilizzo dei pagamenti elettronici da parte dei cittadini, soprattutto nei rapporti con la pubblica amministrazione, esistono alcuni indici che aiutano a descrivere la situazione attuale e le azioni che possano essere intraprese per salire ai primi posti della classifica europea.
Il Cashless Society Index (CSI) è un indice ideato da The European House Ambrosetti per monitorare lo sviluppo dei pagamenti elettronici in Italia, anche rispetto al quadro europeo. Questo indice considera i “Fattori abilitanti” (il grado di sviluppo tecnologico delle infrastrutture di pagamento elettronico) e lo “Stato dei pagamenti” (il livello di propensione dei cittadini all’utilizzo dei pagamenti elettronici), articolati in 16 indicatori, a ognuno dei quali è attribuito un punteggio da 1 a 10.
Gli ultimi risultati del monitoraggio del CSI sono riportati nel rapporto del 2024 “Verso un’Italia cashless: casi d’uso e ruolo di cittadini, imprese e esercenti” in cui emerge come l’attuale fase di diffusione dei pagamenti elettronici può essere considerata quella dell’adozione di massa, con una percentuale di cittadini che utilizza questi sistemi compresa tra il 70% e il 90%; due terzi dei quali dichiarano di utilizzarli più volte durante la settimana.
Circa 3 italiani su 5 dichiarano di aver aumentato l’utilizzo dei pagamenti elettronici rispetto all’anno precedente e oltre 1 italiano su 2 afferma di voler ridurre l’utilizzo del contante nei prossimi anni.
Circa l’11% dei cittadini dichiara, inoltre, che la modalità di pagamento elettronico che preferirebbe utilizzare di più è il digital wallet e sistemi person-to-person che permettono di trasferire all’istante denaro tra persone.
I giovani si confermano la categoria che predilige i pagamenti con smartphone anche se si assiste a una crescita diffusa in tutte le fasce di età.
Anche nell’utilizzo dei pagamenti elettronici si assiste a un forte divario tra le aree del Paese, con le Regioni del Nord-Ovest ai primi posti e quelle del Sud che faticano.
Tra i fattori che hanno accelerato l’utilizzo dei pagamenti elettronici ci sono la connettività, l’incremento del valore del transato e un generale aumento di confidenza nel pagare in modo digitale.
È interessante notare come la tecnologia che ha contribuito a diffondere i pagamenti elettronici sia stata il QR code, anche grazie alla semplificazione che ha portato a eliminare le procedure di inserimento manuale di informazioni online da parte del cittadino. Nel 2025 è prevista una crescita dei pagamenti tramite QR code del 57,1%.
La spinta del PNRR
La Commissione europea monitora la competitività digitale degli Stati membri attraverso la pubblicazione di relazioni annuali: fino al 2022 si è utilizzato il Digital Economy and Society Index (DESI) che fornisce informazioni sullo stato di digitalizzazione in base a dati aggregati, mentre nel 2023 è stato introdotto il Rapporto sullo stato del decennio digitale che monitora i progressi attraverso specifici target.
Nelle ultime edizioni dei due report non ci sono riferimenti particolari alla diffusione dei pagamenti elettronici, a parte rilevare come la diffusione del commercio elettronico sia aumentata tra il 2020 e il 2021 raggiungendo il 13 %, ma rimanendo ancora al di sotto della media europea.
Nel Rapporto sullo stato del decennio digitale si riconosce, in particolare, come la digitalizzazione dei servizi pubblici sia stata un’area importante per le politiche di transizione digitale dell’Italia e come il Paese abbia conseguito significativi benefici grazie al Piano di ripresa e resilienza (PNRR). Il 71% degli italiani considera la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati un aspetto fondamentale della loro vita.
Nel PNRR la digitalizzazione dei pagamenti verso la pubblica amministrazione ha un posto di rilievo, con l’apertura di un apposito avviso che finanzia l’adozione di pagoPA. Si tratta della piattaforma per effettuare pagamenti elettronici verso le pubbliche amministrazioni, i gestori di servizi pubblici e le società a controllo pubblico, istituita con il Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82 “Codice dell’amministrazione digitale”.
L’avviso del PNRR attua la Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, Componente 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione”, Investimento 1.4 “Servizi e cittadinanza digitale”, Misura 1.4.3 “Adozione piattaforma pagoPA”.
Secondo gli Open data di PA digitale 2026 (piattaforma del Dipartimento della trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri), a metà settembre 5.797 Comuni (73% del totale) hanno ottenuto l’approvazione della domanda presentata, oppure hanno già completato le attività ottenendo l’erogazione del finanziamento, con circa 126.500.000,00 di euro allocati per questi enti.
Anche grazie a questi investimenti i pagamenti elettronici dei cittadini verso la pubblica amministrazione stanno aumentando in modo significativo. Dagli Open data di PagoPA spa si osserva come di anno in anno aumentano le transazioni, che erano 388.356.868 nel 2023 e sono già 294.696.454 a inizio settembre 2024 con un importo medio a transazione di 220 euro.
Dalla fase dell’adozione di massa a quella della consuetudine
Come abbiamo visto, pur partendo dalle ultime posizioni, l’Italia sta migliorando la diffusione dei pagamenti elettronici tra i cittadini; stiamo passando dalla fase dell’adozione di massa a quella della consuetudine dove il pagamento elettronico diventa un servizio di utilizzo ordinario.
I benefici dell’utilizzo dei pagamenti elettronici sono ormai riconosciuti e dimostrati: riduzione del costo della gestione e circolazione del contante, sicurezza delle transazioni, equità dei contribuenti (emersione dell’economia sommersa), stimolo allo sviluppo economico, risparmio di tempi, sicurezza fisica dei cittadini, sostenibilità ambientale.
Nelle ricerche di The European House Ambrosetti emerge come anche gli esercenti negli ultimi anni abbiano notevolmente aumentato la propensione ad accettare i pagamenti elettronici. Oltre un esercente su due riporta addirittura un aumento delle vendite a seguito della maggiore accettazione di sistemi elettronici di pagamento.
Rimangono alcuni ostacoli da rimuovere per accelerare ancora di più la diffusione dei sistemi di pagamento elettronici, che riguardano l’inadeguatezza della connettività, i costi di utilizzo, la difficoltà di accettazione da parte degli esercenti, la preoccupazione sulla privacy, le scomodità, i timori di frodi informatiche, la tracciabilità dei pagamenti, il divario digitale.
Lavorare sul capitale umano
Nel secondo Rapporto sullo stato del decennio digitale, presentato il 02/07/2024, è evidenziato come il Paese sconti grosse lacune per quanto riguarda le competenze digitali dei cittadini (solo il 48% degli italiani possiede quelle di base). Per migliorare questa situazione, l’Europa si è posta l’obiettivo di portare entro il 2030 l’80% della popolazione tra i 16 e 74 ad avere competenze digitali almeno di base.
Con lo scopo di comprendere la conoscenza degli strumenti di cittadinanza digitale da parte dei cittadini, presso alcuni punti di facilitazione digitale sono stati sottoposti dei questionari alle persone che hanno chiesto un aiuto nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Il campione di popolazione considerato non è rappresentativo, ma è comunque significativo poiché si riferisce a persone in condizioni di “fragilità digitale” che chiedono assistenza all’esterno. Per quanto riguarda i pagamenti elettronici, il 90% delle persone intervistate ha dichiarato di avere fatto acquisti online e il 74% di aver effettuato un pagamento online verso una pubblica amministrazione con pagoPA. Alla domanda relativa a quante volte all’anno è capitato di effettuare un pagamento online verso la pubblica amministrazione, il 54 % dichiara tra 1 e 10 volte, il 28% oltre 10 volte, il 18% mai.
In generale, i dati a disposizione indicano una situazione in continuo miglioramento nella quale è necessario continuare a investire e lavorare sulle competenze, diffondendo la cultura dei pagamenti online nei cittadini, negli esercenti e nelle aziende.
I decisori pubblici sembrano essere consapevoli della necessità di lavorare sul capitale umano: nel rapporto annuale dell’ISTAT Decennio digitale e capitale umano: il ritardo dell’Italia nelle competenze si rileva come nel triennio 2020-2022, il 58,7% delle amministrazioni locali abbia optato per una formazione specifica sulla piattaforma nazionale dei pagamenti telematici pagoPA.
È importante utilizzare tutti gli strumenti formativi disponibili, tra cui percorsi di educazione civica dedicati ai giovani, considerando che la nuova Legge 20/08/2019, n. 92 all’articolo 5 prevede come insegnamento trasversale proprio l’educazione alla cittadinanza digitale. Questo anche in vista dell’introduzione dell’Euro digitale che avrà degli impatti economici, sociali, settoriali e geopolitici importanti.