Skip to content

L’identità digitale nei piccoli Comuni, alcune recenti interpretazioni

Il Decreto legge 16/07/2020, n. 76 “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitali” dispone che entro il 28 febbraio 2021 gli enti pubblici rendano accessibili i loro servizi online ai cittadini attraverso i sistemi di identità digitale quali il sistema pubblico di identità digitale (SPID), la carta di identità elettronica (CIE) e la carta nazionale dei servizi (CNS).

Dal 28 febbraio 2021 è fatto inoltre divieto di rilasciare o rinnovare credenziali generiche per l’identificazione e l’accesso dei cittadini ai propri servizi in rete, fermo restando l’utilizzo di quelle già rilasciate fino alla loro naturale scadenza e, comunque, non oltre il 30 settembre 2021.

Il prossimo 30 settembre avverrà quindi la piena entrata in vigore dell’identità digitale nei rapporti tra tutti i cittadini e la pubblica amministrazione.

Il Decreto legge 10/09/2021 n. 121 “Decreto infrastrutture” conferma l’accesso esclusivo ai servizi della pubblica amministrazione attraverso SPID, CIE e CIE e introduce anche delle novità.

In queste ore, un’interpretazione della normativa sta facendo presupporre che i Comuni sotto i 5.000 abitanti saranno soggetti all’applicazione di queste disposizioni alla fine dell’emergenza pandemica. Si veda in proposito l’articolo appena pubblicato su Rai News.

Questa posizione, appellandosi all’articolo 23 bis, del Decreto legge 16/07/2020, n. 76 “Disposizioni concernenti i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti”, stabilisce che i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (in Italia ci sono 5.521 Comuni sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 69,85% del totale) si devono adeguare alle misure di sostegno alla diffusione dell’amministrazione digitale a partire dalla data prevista per la cessazione dello stato di emergenza della pandemia Covid-19, che è stato prorogato al 31/12/2021.

Share this

Consulta il mio sito internet per conoscermi https://www.giovannibonati.it

Torna su