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eIDAS

L’identità digitale in ambito europeo: il Regolamento eIDAS

Tra i cittadini italiani, molti utilizzano le proprie credenziali Spid o la carta d’identità elettronica (Cie) per accedere ai servizi online erogati dalle pubbliche amministrazioni.

Ma proviamo a metterci nei panni di un cittadino tedesco residente in Germania che vuole avviare un’attività imprenditoriale in Italia senza essere in possesso delle credenziali Spid (in quanto privi di codice fiscale italiano) e della Cie (non siamo nati né siamo residenti in Italia): come facciamo ad accedere ai servizi online della Camera di commercio per presentare la pratica di iscrizione al Registro imprese?

La risposta che cerchiamo deriva dalle indicazioni contenute nel cosiddetto “Regolamento eIdas”, che disciplina le modalità di identificazione elettronica da parte di qualunque cittadino comunitario all’interno di tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

Il Regolamento eIDAS e l’istituzione del “nodo italiano”

Il Regolamento comunitario 23/07/2014 n. 910/2014 (cosiddetto “Regolamento eIDAS” – electronic IDentification, authentication and trust services) ha piena efficacia dal 1° luglio del 2016 e fornisce nel suo ambito più esteso una base normativa comune per le interazioni elettroniche fra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni incrementando la sicurezza e l’efficacia dei servizi online e delle transazioni e-business all’interno dell’Unione europea.

Soffermandoci sul tema dell’identificazione elettronica, il Regolamento prevede che ciascuno Stato membro possa utilizzare internamente gli strumenti di identificazione già in uso prima della sua entrata in vigore, senza impostare quindi l’adozione di uno strumento di identificazione europeo comune. Se ci troviamo in Italia quindi, i cittadini italiani potranno continuare ad accedere ai servizi online erogati dalle pubbliche amministrazioni italiane utilizzando le proprie credenziali Spid o la Cie.

Il Regolamento prevede anche che ciascuno Stato membro possa notificare all’Unione europea i sistemi di identificazione elettronica già forniti all’interno del proprio territorio per consentire anche un più ampio e reciproco riconoscimento tra Stati membri. In tal senso AgIdha già ultimato il processo di notifica dei sistemi di riconoscimento italiani Spid e Cie, attivando di fatto il cosiddetto “nodo italiano eIDAS”. Grazie alla nascita del nodo italiano ne consegue che ogni cittadino italiano ha il diritto di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione degli altri Stati membri con le proprie credenziali Spid o Cie. Viceversa, ogni cittadino comunitario ha il diritto di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione italiana con la propria identità digitale riconosciuta nel Paese di provenienza (e notificata all’Unione europea).

Premesso che ciascun Stato membro deve attivare il proprio “nodo eIDAS” come fatto dal nostro Paese, il risultato finale consentirà la completa interoperabilità transfrontaliera dei sistemi di identità digitali (eId) e la circolarità delle eId negli stati membri dell’Unione europea per aumentarne l’efficienza nelle transazioni digitali transfrontaliere.

A oggi, il percorso di adeguamento dei Paesi europei al Regolamento eIDAS non è ancora completato ma è in continua evoluzione e può essere monitorare accedendo al sito www.eid.gov.it. Sul sito, è possibile consultare l’elenco degli Stati membri che si sono connessi al nodo italiano sia in ambiente di test (prime due colonne) sia in ambiente di produzione (ultime due colonne).

Quali sono i benefici previsti, immediati e nel lungo periodo?

I benefici legati all’introduzione del Regolamento sono facilmente intuibili.

Ma, giusto per fare un esempio, si pensi all’incentivazione, per le imprese, a estendere le loro attività oltre le frontiere nazionali abbattendo alcuni dei noti ostacoli presenti nelle interazioni con la pubblica amministrazione locale. Un’impresa, quindi, potrà partecipare online a un appalto pubblico indetto in un altro Stato membro senza riscontrare problemi in sede di autenticazione sulla piattaforma dedicata a causa di requisiti nazionali specifici o di problemi di interoperabilità.

Ci sono poi i benefici per i singoli cittadini, che allo stesso modo potranno pagare online i tributi locali a un altro Stato membro, oppure iscriversi in modalità elettronica ai corsi di Laurea in un’Università estera.

Come faccio a capire se posso accedere a un servizio online tramite il nodo eIDAS?

Le pubbliche amministrazioni degli Stati membri che consentono l’accesso ai propri servizi online sono tenute ad esporre un bottone di accesso dedicato, accompagnato da un logo della bandiera europea e la dicitura in lingua inglese (“Login with eIDAS”).

Come funziona in concreto l’accesso?

Per capire il modello di funzionamento e interazione dei singoli nodi eIDAS europei, ecco l’esempio iniziale:

  • il cittadino tedesco residente in Germania si connette al portale della Camera di commercio italiana e clicca sul pulsante “Login with eIDAS
  • il portale chiede all’utente il suo Paese di provenienza
  • la persona indica di essere cittadino tedesco e il portale, nel giro di pochi secondi, gli propone le modalità di autenticazione previste in Germania
  • una volta scelta una di queste due modalità di autenticazione e inserite le proprie credenziali personali, il portale permetterà al cittadino l’accesso ai servizi online.

Viceversa, se un cittadino italiano volesse accedere a un servizio online di un altro Stato membro:

  • il cittadino italiano si connette alla piattaforma dello Stato membro e clicca sul pulsante “Login with eIDAS
  • il portale chiede all’utente il suo paese di provenienza
  • si indica la cittadinanza italiana e il portale, nel giro di pochi secondi, propone le modalità di autenticazione previste in Italia, quindi Spid o Cie
  • una volta scelta una di queste due modalità di autenticazione e inserite le proprie credenziali personali, il portale permetterà l’accesso ai servizi online.

La pubblica amministrazione italiana mette a disposizione dei cittadini comunitari l’autenticazione tramite il nodo eIDAS?

In Italia tutte le pubbliche amministrazioni che rendono accessibili i propri servizi online tramite credenziali Spid e Cie hanno l’obbligo di renderli accessibili anche con gli altri strumenti di autenticazione notificati dagli altri Stati membri. Non rispettare tale obbligo implica esporsi a una procedura di infrazione per violazione dell’articolo 6 del Regolamento. Come detto, le pubbliche amministrazioni possono adempiere agli obblighi aderendo al nodo eIDAS italiano.

Nel concreto, però, non tutte le pubbliche amministrazioni permettono l’accesso ai cittadini degli altri Stati membri tramite il nodo eIDAS italiano, ma presto lo faranno anche con l’aiuto dei fondi derivanti dal Pnrr. Si consideri infatti che, dal punto di vista finanziario, il Pnrr prevede una misura dedicata esclusivamente all’attivazione delle funzionalità necessarie per garantire l’accesso ai servizi online tramite l’identità digitale dei cittadini (Spid, Cie ma anche eIDAS).

Nel frattempo, sul sito www.eid.gov.it puoi consultare l’elenco delle piattaforme nazionali e locali che hanno aderito al nodo eIDAS italiano.

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Per ulteriori informazioni sul tema ti suggeriamo di consultare i siti www.eid.gov.it e www.agid.gov.it

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