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Cosa sono gli Open Data (o Dati Aperti) e perché sono fondamentali per tutti

Daniele Crespi – Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione OnData

Se chiedessimo ai nostri amici che cosa sono gli Open Data, o “dati aperti” secondo la locuzione italiana, probabilmente il 99% non saprebbe rispondere. Di fatto, la conoscenza è appannaggio di un ristretto numero di persone che faticosamente ma con tenacia portano avanti una vera e propria battaglia culturale.

Eppure, il 100% dei nostri amici interrogati ne beneficiamo giornalmente, senza saperlo !

Quando con il proprio cellulare utilizzano una qualunque App che fa uso del sistema GPS per conoscere la propria posizione e di conseguenza cercare un ristorante vicino o calcolare un percorso, stanno usando Open Data.

Eh sì, perché il GPS è un sistema di satelliti del governo americano (creato per scopi militari) che dal 1991 è stato “aperto” a chiunque. Dal 2000 sono state rimosse alcune la limitazione mettendo così a disposizione degli usi civili la precisione attuale di circa 10–20 mt.

L’Unione Europea ha progettato il proprio sistema Galileo che garantisce maggior precisione e ci rende “autonomi” rispetto gli USA e che probabilmente sostituirà il GPS nei prossimi anni.

Ma non è l’unico esempio. Quando calcoliamo con una app di mappe come andare da una città ad un’altra con i mezzi pubblici (trani, bus, etc.) stiamo anche in questo caso godendo del fatto che le amministrazioni pubbliche hanno reso “aperti” i dati delle tratte, delle fermate e degli orari dei trasporti pubblici.

Anche in questo caso si tratta di uno standard (GTFS) definito inizialmente da Google, ma poi diventato uno standard aperto.

Ma cosa sono gli Open Data?

Immaginate un tesoro di informazioni, libero e accessibile a tutti. Ecco cosa sono gli Open Data! Sono dati che possiamo utilizzare, riutilizzare e ridistribuire senza restrizioni. Ma andiamo con ordine e vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

La definizione semplice

Gli Open Data, o dati aperti in italiano, sono informazioni che chiunque può accedere, utilizzare e condividere liberamente. Pensate a questi dati come a dei mattoncini Lego: possiamo prenderli, combinarli e creare qualcosa di nuovo e utile per tutti.

Cosa rende i dati veramente “aperti”? Ecco le caratteristiche principali:

  • Accessibilità: devono essere facilmente reperibili online, senza barriere.
  • Riutilizzabilità: possiamo usarli per scopi diversi, anche commerciali.
  • Formato aperto: sono leggibili sia da umani che da computer.
  • Gratuità: non dobbiamo pagare per accedervi o utilizzarli.

Esempi concreti

Ma di che tipo di dati parliamo? Ecco alcuni esempi:

  • Dati meteorologici
  • Statistiche sulla popolazione
  • Informazioni sul traffico o la disponibilità di parcheggi in tempo reale
  • Dati sulla qualità dell’aria
  • Dati sulle spese pubbliche
  • Dati sulla criminalità

Breve storia degli Open Data nel mondo

Tutto è iniziato negli anni ’50 e ’60, quando gli scienziati hanno cominciato a condividere i dati delle loro ricerche. Ma il vero punto di svolta? Gli anni ’90, con l’avvento di Internet. Improvvisamente, condividere informazioni è diventato più facile che mai.

Nel 2003, l’Unione Europea ha fatto un passo importante con la Direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico. Ma è stato nel 2009 che le cose si sono fatte davvero interessanti. Barack Obama, appena eletto presidente degli Stati Uniti, ha fatto un atto intitolato “Transparancy and Open Government” e ha lanciato il portale data.gov. È stato come aprire il vaso di Pandora dei dati governativi!

Da quel momento, è stato un effetto domino. Il Regno Unito ha seguito l’esempio nel 2010 con data.gov.uk, e poco dopo è nata la Open Government Partnership. Oggi, più di 70 paesi collaborano per rendere i dati accessibili a tutti.

L’Italia non è stata da meno. Nel 2011 abbiamo lanciato il nostro portale nazionale dati.gov.it. Da allora, sempre più Regioni e Comuni si sono uniti al movimento, rendendo disponibili dati aperti.

Impatti dell’Open Data

Gli Open Data hanno dimostrato nel tempo di poter incidere significativamente in molti ambiti della vita pubblica e della vista privata di noi tutti cittadini.

Trasparenza e partecipazione civica

Quando si parla di Open Data, non posso fare a meno di pensare a quanto siano fondamentali per la trasparenza della Pubblica Amministrazione. È come se finalmente ci fosse una finestra aperta sulle attività del governo e di tutte le amministrazioni pubbliche, permettendoci di dare un’occhiata all’interno.

Si tratta di poter accedere liberamente alle informazioni su come vengono spesi i nostri soldi, su come vengono prese le decisioni che ci riguardano, e su come funziona realmente la macchina amministrativa.

Questa trasparenza aumenta la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e ci dà il potere di partecipare attivamente alla vita civica, facendo domande informate e proponendo soluzioni basate sui dati.

In Italia ben 321 associazioni no-profit hanno portato avanti azioni significative durante la pandemia da COVID con una campagna chiamata #DatiBeneComune, raggiungendo significativi risultati. Negli ultimi 3 anni, in collaborazione con l’Osservatorio Civico PNRR, si sono attivate per chiedere l’apertura di tutti i dati relativi al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e, più in generale, l’apertura di tutti i dati di pubblico interesse.

Miglioramento dei servizi pubblici

I Comuni possono utilizzare gli Open Data per ottimizzare i servizi pubblici. Ad esempio, analizzando i dati sul traffico, possono migliorare la gestione dei semafori e ridurre la congestione. O ancora, i dati sulla qualità dell’aria possono guidare politiche più efficaci per combattere l’inquinamento.

Un esempio concreto sono gli Indici elaborati e offerti gratuitamente da Enel X alle Pubbliche Amministrazioni sulla prossimità urbana, sulla circolarità e sulla CO2.

Innovazione e crescita economica

Gli Open Data non sono solo una risorsa preziosa per i cittadini, ma offrono anche enormi opportunità alle imprese; possono essere la scintilla che accende nuove idee.

Molte startup sono nate grazie ai dati pubblici aperti e ciò ha creato nuove opportunità di lavoro e crescita economica.

Le aziende utilizzano in dati aperti per fare analisi di mercato e prendere decisioni strategiche, perché attraverso i dati si può avere una panoramica dettagliata su tendenze demografiche, economiche e sociali.

In altri casi con gli Open Data si ottimizzano i processi aziendali, ad esempio le aziende logistiche utilizzare dati sul traffico in tempo reale per ottimizzare le rotte di consegna, risparmiando tempo e carburante.

Decisioni informate nella vita di tutti i giorni

Uno degli aspetti che ho sempre promosso come forse il più rilevante è il fatto che gli Open Data ci possono aiutare a prendere decisioni più consapevoli in molti aspetti della nostra vita. A patto, ovviamente che i dati ci siano, siano aperti e qualcuno si prenda cura di elaborarli e renderli fruibili.

Immaginate di dover scegliere la scuola per i vostri figli, vorreste sapere quali sono le performance della scuola. Nel cercare casa potreste voler sapere le statistiche sulla criminalità nella zona, la presenza di servizi pubblici e privati, la vicinanza ai trasporti pubblici o ad aree verdi.

La qualità dell’aria è una preoccupazione crescente. Con l’accesso ai dati aperti sull’inquinamento atmosferico, posso controllare i livelli di smog nel mio quartiere e decidere se è il caso di fare una corsa all’aperto o optare per l’allenamento in palestra.

I dati aperti sulle prestazioni degli ospedali sono già utilizzati da servizi che orientano i cittadini a scegliere dove andare per una diagnosi o per una cura.

Andare a cena fuori con al famiglia o con gli amici è una attività alla quale in Italia non rinuncia nessuno, nemmeno nei momenti di crisi. Pensate che negli USA è possibile non solo sapere il gradimento degli utenti ma anche quale punteggio ha ottenuto il ristorante nelle visite ispettive degli uffici di igiene ! Giusto per avere un esempio visitate il servizio della città di New York con 27.000 ispezioni: ABCEats.

In conclusione, gli Open Data sono molto più di semplici numeri e statistiche: sono uno strumento potente che può davvero migliorare la qualità della nostra vita come cittadini.

Gli Open Data in Italia

Dopo i primi 4-5 anni di entusiasmo, a partire dal 2012, in Italia non si è riusciti a far diventare la produzione di dati aperti da parte della PA una pratica comune e ciò ha portato ad una certa disillusione.

Ora però si sta registrando una nuova stagione.

Nel 2019 c’è stata la revisione della Direttiva (UE) 2019/1024 – Direttiva “Open Data”, che ha introdotto alcune novità importanti come l’individuazione dei dati di elevato valore e dei dati dinamici.

La direttiva è stata recepita e attuata nel nostro Paese con il D. Lgs. n. 200/2021 e con le successive “Linee guida recanti regole tecniche per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico”, le Linee Guida Open Data – adottate con la Determinazione AgID n. 183/2023.

A febbraio 2024 è stato pubblicato il nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 e per la prima volta sono stati introdotti obiettivi di pubblicazione di dati aperti, già a partire dal 2024.

Gli effetti delle norme e dei regolamenti degli ultimi 2 anni si incominciano a vedere, con un numero crescente di Comuni che rilasciano dati aperti.

Conclusioni

Gli open data sono una risorsa preziosa che può migliorare concretamente la vita di tutti noi cittadini. Dalla pianificazione dei trasporti alle decisioni sulla salute pubblica, questi dati accessibili ci permettono di essere più informati e partecipi.

Possono efficientare i processi della Pubblica Amministrazione ma anche mettere in moto nuovi business e creare occupazione.

Ci sono segnali positivi che fanno ben sperare che questi concetti diventino patrimonio comune e non solo una “fissazione” di pochi appassionati.

Approfondimenti

https://www.gsc-europa.eu/

https://defence-industry-space.ec.europa.eu/eu-space/galileo-satellite-navigation_en

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