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Rapporto Draghi, ecco cosa contiene su digitalizzazione e sviluppo tecnologico

Il rapporto Draghi esamina le sfide affrontate dall’industria e dalle aziende nel Mercato Unico.

I risultati del rapporto contribuiranno al lavoro della Commissione su un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell’Unione Europea. In particolare, saranno utili per lo sviluppo del nuovo “Clean Industrial Deal” per industrie competitive e posti di lavoro di qualità, che sarà presentato nei primi 100 giorni del nuovo mandato della Commissione.

Il rapporto completo consta di due parti:

Il documento “The Future of European Competitiveness: In-Depth Analysis and Recommendations” analizza i fattori che influenzeranno la competitività dell’Unione Europea nei prossimi anni. L’estratto relativo alla digitalizzazione (pagine 67 a 91) si concentra su tre aree principali: digitalizzazione e tecnologie avanzate di connessione, intelligenza artificiale e calcolo ad alte prestazioni, e semiconduttori. Questi settori sono cruciali per garantire la crescita economica, l’autonomia strategica e la sostenibilità dell’UE, ma presentano sfide significative come la dipendenza da fornitori esterni e la mancanza di investimenti adeguati.

 Introduzione ai punti principali:

  • Digitalizzazione e tecnologie avanzate di connessione: La competitività dell’UE dipenderà sempre più dalla digitalizzazione e dall’adozione di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale (IA) e l’interconnessione. Il settore ICT già contribuisce significativamente al PIL europeo, ma la sua crescita futura richiede infrastrutture adeguate e competenze digitali diffuse tra i lavoratori europei.
  • Calcolo ad alte prestazioni e Intelligenza Artificiale: L’UE sta perdendo terreno nello sviluppo di innovazioni tecnologiche rispetto a Stati Uniti e Cina. Tuttavia, ha un vantaggio competitivo nei supercomputer (High-Performance Computing, HPC), che potrebbe sfruttare per stimolare investimenti privati e applicazioni industriali dell’IA.
  • Semiconduttori: L’UE è leader in alcuni segmenti, come le macchine per la litografia, ma dipende fortemente da Paesi terzi per la produzione e il design di chip avanzati. La mancanza di investimenti su larga scala rappresenta un’incognita per l’autosufficienza tecnologica e la sicurezza economica.

Digitalizzazione e tecnologie avanzate di interconnessione

La digitalizzazione rappresenta il cuore della futura competitività dell’UE. Nel 2021, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) ha contribuito per circa il 5,5% al PIL dell’UE, ma per mantenere questa crescita, l’Europa dovrà affrontare sfide significative. L’adozione di tecnologie avanzate, come l’Intelligenza Artificiale (IA), non solo contribuirà alla competitività di settori industriali e dei servizi, ma potrà anche migliorare la qualità dei beni e dei servizi pubblici. La Pubblica amministrazione, in particolare, trarrà beneficio dall’IA in campi come la sanità, la giustizia e la protezione ambientale, riducendo i costi e migliorando l’efficienza.

Tuttavia, l’Unione Europea deve affrontare importanti ostacoli infrastrutturali. Per beneficiare pienamente della digitalizzazione, sarà necessario investire in reti a banda larga ad alta velocità e capacità e migliorare le competenze digitali dei lavoratori e dei cittadini. In un contesto di crescente concorrenza geopolitica, la sicurezza delle catene di approvvigionamento tecnologico diventa cruciale. L’UE deve rafforzare la sua autonomia strategica, riducendo la dipendenza da Paesi terzi per materie prime critiche e tecnologie essenziali, come i semiconduttori. Il rischio di perdita del know-how industriale a causa del trasferimento dei dati verso Paesi terzi è alto, con il 90% dei dati dell’UE trasferiti fuori dai confini europei. La competetitività sui temi TelCO e infrastrutture in Europa si sta riducendo progressivamente rispetto ai progressi di Cina e USA.

Calcolo ad alte prestazioni e Intelligenza Artificiale

L’UE sta perdendo terreno nello sviluppo dell’IA e delle tecnologie di calcolo avanzato rispetto a concorrenti globali come gli Stati Uniti e la Cina. Attualmente, solo l’11% delle aziende europee utilizza l’IA, lontano dall’obiettivo del 75% fissato per il 2030. La dipendenza da fornitori esterni per i modelli di IA e la mancanza di investimenti significativi nel settore rappresentano una criticità per la competitività europea. Gli Stati Uniti, ad esempio, attraggono il 61% dei finanziamenti globali per le start-up di IA, mentre l’UE solo il 6%.

Nonostante questi ostacoli, l’UE ha un vantaggio competitivo nel settore del calcolo ad alte prestazioni (HPC). Grazie al lancio dell’Euro-HPC Joint Undertaking nel 2018, l’UE ha sviluppato una delle infrastrutture di supercalcolo più potenti al mondo, con tre supercomputer tra i primi dieci globali. L’obiettivo a medio termine è utilizzare questa infrastruttura per sostenere non solo la ricerca scientifica, ma anche le PMI e le start-up del settore tecnologico, in particolare per l’addestramento di modelli di IA. Questa combinazione di HPC e IA potrebbe fornire un impulso significativo alla competitività industriale europea.

Semiconduttori

Il settore dei semiconduttori è cruciale per l’autonomia tecnologica dell’Europa, ma il continente è fortemente dipendente da Paesi terzi per la produzione di chip avanzati. Attualmente, il 75% della capacità produttiva globale di semiconduttori è concentrata in Asia, in particolare in Cina, Taiwan e Corea del Sud. L’Europa detiene una posizione di leadership in alcuni segmenti, come le attrezzature per la litografia, essenziali per la produzione di chip di ultima generazione, ma è carente nella produzione di chip sotto i 22 nm, una tecnologia dominata da attori asiatici.

L’adozione dell’EU Chips Act rappresenta un passo importante verso il rafforzamento della competitività europea nel settore, puntando a costruire fabbriche in grado di produrre chip da 2 nm entro il 2030. Tuttavia, l’investimento complessivo e il supporto pubblico per la produzione di semiconduttori nell’UE rimangono inferiori rispetto a quello degli Stati Uniti e di altre economie. Inoltre, la carenza di competenze specializzate in ingegneria e ricerca e sviluppo rischia di ostacolare i progressi dell’Europa in questo campo.

 Conclusioni

La competitività dell’Unione Europea nei prossimi decenni dipenderà dalla sua capacità di affrontare le sfide della digitalizzazione, dell’Intelligenza Artificiale e della produzione di semiconduttori unità, in particolare

  • uniformando la legislazione a livello europeo, percorso in atto
  • unendo gli sforzi dei diversi Paesi dal punto di vista economico per non frammentare troppo investimenti e percorsi
  • unendo gli sforzi dei diversi Paesi a livello di R&D e aggregando aziende per aumentare la competitività rispetto ai colossi industriali e tecnologici di Cina e USA.

La transizione verso un’economia più digitale richiederà investimenti massicci in infrastrutture e competenze, nonché una maggiore autonomia tecnologica per ridurre la dipendenza da Paesi terzi. L’UE ha il potenziale per rafforzare la propria posizione, ma dovrà accelerare lo sviluppo delle sue capacità tecnologiche, investendo in settori chiave come il calcolo ad alte prestazioni, l’IA e i semiconduttori. L’adozione di politiche ambiziose, come l’EU Chips Act e il rafforzamento delle infrastrutture digitali, sarà fondamentale per garantire la competitività a lungo termine del continente.

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