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ChatGPT non è Google, ecco le differenze spiegate facili
Il mondo si avvicina ad una nuova rivoluzione tecnologica che è riassumibile pur con forte semplificazione con il nome di Chat GPT. Le sue straordinarie capacità di elaborazione del linguaggio naturale e le risposte che riesce a dare, hanno portato più di 100 milioni di persone dal suo lancio alla sua adozione e molti ne parlano come il “killer di Google”.
Dopotutto, ChatGPT può fornire risposte dettagliate all’istante a domande complesse. ChatGPT ha anche dimostrato che le risposte conversazionali attirano maggiormente gli utenti (ChatGPT ha superato 1 milione di utenti nella prima settimana dal suo lancio) rispetto alle richieste basate sulla semplice ricerca su cui è basato il motore di Google.
Questo ci porta a una domanda: ChatGPT sostituirà davvero Google?
Cerchiamo la risposta con un confronto tra Chat GPT e Google.
ChatGPT è un’Intelligenza Artificiale sviluppata da OpenAI con lo scopo di generare contenuti in modo puntuale. La sua capacità di elaborazione linguistica lo rende un efficace strumento per rispondere alle domande e ai quesiti posti dagli utenti. Le risposte quasi umane, lo rendono preferito dagli utenti rispetto ad un sistema come la ricerca di google.
ChatGTP può generare delle variazioni, ovvero con piccoli cambiamenti nel prompt (testo) di richiesta può cambiare risposta pur rimanendo fedele alla domanda.
ChatGTP può debuggare codice di programmazione e può anche generarlo.
ChatGPT come assistente virtuale ha un passo diverso rispetto a qualsiasi altro strumento, potendo generare contenuti come un’email o un report.
ChatGTP in versione 3.5 ad oggi è gratuito. La versione 4 è per gli utenti Plus (a pagamento). Rimarrà gratuito per sempre? Google è gratuito.
Google ad oggi si basa su tutti i dati resi disponibili in internet e non è limitato al 2021 (come GTP 3.5).
Google può offrire dati in tempo reale (pensiamo ad esempio agli ingorghi individuati con google maps che aiutano google a consigliare una strada alternativa).
Google restituendoci diversi risultati, permette di scegliere le fonti, a differenza di ChatGTP che ci dà 1 sola informazione da lui selezionata. Ovvero chatGTP potrebbe rispondere SI o NO, mentre Google ci dà una serie di informazioni da cui noi poi deduciamo SI o NO, permettendoci un confronto di fonti.
Google è personalizzato in base ai nostri gusti, con la ormai nota “filter bubble”. Da un lato ci fornisce contenuti “tagliati su misura per noi”, dall’altro porta a bias cognitivi come il confirmation bias. Nel confirmation bias, ricevendo risultati che confermano la propria tesi, si diventa sempre più convinti della propria posizione.
ChatGTP genera contenuti, quindi da dati e informazioni genera altre informazioni. Google no. Questo potrà Google a presentare ipoteticamente fake news la cui fonte sono terzi. ChatGTP può generare autonomamente false informazioni. Nel caso si tratti di piccoli passaggi logici in un discorso vero, è accettabile. Nel caso inventi vere e proprie informazioni, si parla di allucinazioni. Le allucinazioni sono al momento uno dei limiti più grandi di ChatGTP (e dei modelli sottostanti). Ad esempio Brian Hood, il Sindaco di una città australiana a 120 km da Melbourne, ha minacciato di citare in giudizio Open.AI perchè chatGTP raccontando il suo percorso politico spiegava che era coinvolto in uno scandalo per corruzione, evento mai accaduto.
Semplificando: Google è quindi un potentissimo bibliotecario che quando gli si chiede un’informazione risponde con il libro (sito) che può rispondere, o con l’elenco di libri tra cui scegliere cosa leggere. ChatGTP invece è un appassionato di libri che legge tutto quello che c’è in giro (ad oggi nella versione 3.5 fino al 2021, nella 4 è collegato ad internet) e poi quando gli si fa una domanda risponde in base a quello che ha letto.
In gergo più tecnico: Google analizza e indicizza il web, organizzando i contenuti in base a diversi criteri, come la rilevanza, l’autorità e la freschezza. Questo permette agli utenti di trovare facilmente ciò che cercano attraverso una serie di parole chiave e frasi di ricerca.
Al contrario, ChatGPT non è basato sulla ricerca. Piuttosto, utilizza l’elaborazione del linguaggio naturale per generare nuovi contenuti in base alle informazioni fornite dagli utenti e alla sua conoscenza. Ad esempio, se gli utenti forniscono a ChatGPT una domanda sulla storia dell’arte, l’IA utilizzerà le informazioni esistenti per generare una risposta completa e accurata sulla base di ciò che sa.
In conclusione, mentre Google rimane un potente strumento di ricerca per trovare contenuti esistenti su Internet, ChatGPT offre un approccio avanzato e sofisticato alla creazione di contenuti nuovi e personalizzati. Grazie alla sua tecnologia di elaborazione del linguaggio naturale, ChatGPT può generare contenuti accurati su qualsiasi argomento, diventando così uno strumento potente per chi cerca di creare contenuti di qualità.
La sfida è aperta e potrebbe diventare anche una sfida di preferenza per gli utenti. Al solito, è difficile che una tecnologia ne spazzi via completamente un’altra in poco tempo, quindi Google (che comunque sta lavorando sull’AI) difficilmente sparirà.