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L’identità digitale degli italiani residenti a Londra

Non di rado, gli italiani residenti all’estero sperimentano difficoltà tecniche, burocratiche e organizzative nella creazione della propria identità digitale.

In occasione di un incontro a Londra promosso da MigliorAttivaMente, per aiutare gli italiani che vi risiedono a ottenere lo Spid, il presidente Giuseppe Giorgio Pacelli delinea la situazione in Inghilterra. Solo al Consolato di Londra, si ricorda, si contano circa 350mila italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani all’estero).

Quali sono le difficoltà che gli italiani incontrano nell’essere autonomi a ottenere Spid?

Come in tutti gli Stati stranieri, ci sono delle difficoltà tecniche nella procedura per richiedere e gestire la propria identità digitale (Spid, Cie, eIdas). Ad esempio, per la complessità a riassociare il proprio numero di cellulare al profilo Spid nel caso in cui si cambi numero.

Altre volte assistiamo a una bassa consapevolezza di cosa sia l’identità digitale, per esempio pochi sanno che è possibile avere più codici Spid sullo stesso cellulare (uno per ogni Identity provider accreditato) o che, a differenza della Cie che è solo per le persone fisiche, Spid è offerto anche per identificare le organizzazioni, ovvero le persone giuridiche.

Esiste anche un aspetto di “blocco piscologico”, perché si pensa che la procedura per richiedere Spid sia estremamente difficile e quindi il cittadino non prova a seguirla in autonomia. Ci sono infine degli scogli di natura economica perché la modalità di riconoscimento più semplice da utilizzare per un italiano residente all’estero è quella del collegamento con videocamera, che però è consentita solo a pagamento.

La Brexit ha influito sulla procedura, per gli italiani, nell’ottenere l’identità digitale?

In questo momento l’uscita dall’Unione europea non ha comportato maggiori difficoltà, né per i cittadini italiani che risiedono in Inghilterra né per i cittadini stranieri domiciliati in Italia.

Occorre però capire come sarà gestito il nuovo portafoglio europeo di identità digitale (European digital identity wallet o Eudi), che rappresenterà la soluzione cittadinocentrica per migliorare l’esperienza di ogni utente, per governare in sicurezza la proiezione datificata della nostra persona nella dimensione digitale anche a livello sovranazionale.

Proprio per evitare le attese in coda, che vediamo per esempio dalla Brexit quando ci si sposta tra Italia e UK per il controllo dei passaporti, è fondamentale che si punti su una interoperabilità internazionale protetta tra i sistemi informativi dei singoli Paesi: esattamente come il Gdprstabilisce al primo articolo definendo come finalità “la libera circolazione di tali dati”.

Avete incontrato gli italiani che vivono a Londra per aiutarli a ottenere Spid. Come nasce questa iniziativa, chi sono i promotori e quali sono gli obiettivi?

Il progetto MigliorAttivaMente (Mam) Point è il luogo fisico, inclusivo e di prossimità, dove il cittadino può recarsi per facilitazione e alfabetizzazione digitale.

Partiamo dai bisogni dell’utenza per promuovere i servizi, già disponibili e gratuiti, purtroppo non ancora conosciuti: pensiamo per esempio a ConciliaWeb per la risoluzione delle controversie con gli operatori telefonici, o al fascicolo sanitario elettronico o ancora allo sportello per il cittadino. Si tratta di servizi accessibili tramite la propria identità digitale: per chi non ce l’ha ancora MigliorAttivaMente la crea gratuitamente.

Il progetto è inserito in Repubblica digitale, l’iniziativa strategica nazionale coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha l’obiettivo di ridurre il divario digitale e promuovere l’educazione sulle tecnologie del futuro, supportando il processo di sviluppo del Paese. Il progetto, sempre completamente gratuito per l’utente, è realizzato grazie al contributo interamente versato dall’organizzazione pubblica o privata aderente.

In quanto tempo riuscite a rilasciare le identità digitali?

In dieci minuti circa riusciamo a completare la procedura di consegna. Abbiamo inoltre incluso il servizio di alfabetizzazione, poiché Spid è solo un mezzo e non un fine, per poter conoscere e fruire da subito dei servizi offerti ai nuovi cittadini consapevolmente digitali.

Come vi vedono gli italiani che si rivolgono a voi per richiedere Spid?

Partirei da un feedback che ci è appena arrivato: “[…] Vorrei ringraziarvi per la vostra squisita gentilezza e disponibilità ad aiutare gli altri per acquisire l’ identità digitale. Ho sinceramente apprezzato il supporto dato a noi italiani residenti a Londra e la pazienza con cui avete spiegato la natura dell’ associazione”.

Ritengo che il tempo sia una risorsa fondamentale che spesso non consideriamo. Il digitale nasce per semplificare i servizi e renderli più comodi, trasparenti e veloci. Se non è così allora non si sta parlando di innovazione, transizione e trasformazione digitale.

Quando diversi anni fa ho creato la mia identità digitale tramite il servizio, non proprio intuitivo, pagato anticipatamente attraverso carta di credito online, non avrei immaginato che un giorno sarebbe stato possibile farlo gratuitamente, nel bar di un albergo, durante il weekend e fuori dai confini nazionali.

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