Di Paola Consonni e Giuseppe Aquino La Carta d’Identità Elettronica (CIE) è un documento d’identificazione…
Burocrazia, misurazione dei costi
di Paola Consonni e Giuseppe Aquino
Nel precedente articolo, Burocrazia quanto mi costi? abbiamo iniziato a delimitare il tema della burocrazia per individuare il perimetro di analisi nell’ambito del quale ci collochiamo quando parliamo di costi burocratici.
Per poter fornire al cittadino una guida sintetica, per capire quanto costa espletare un determinato adempimento, è possibile rifarsi alla metodologia individuata nelle linee guida per le attività di misurazione degli oneri amministrativi del dipartimento della Funzione pubblica.
Le prime esperienze
La misurazione degli oneri amministrativi si basa su esperienze concrete provenienti da altri Paesi, come Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia ed è un metodo che permette di quantificare i costi, in termini monetari e di tempo, generati dalle attività che le amministrazioni pubbliche richiedono agli utenti per produrre, elaborare e trasmettere informazioni sulla propria attività, i cosiddetti “obblighi di informazione”.
Tale misurazione si pone l’obiettivo di individuare ed eliminare gli oneri informativi non necessari, ridondanti o sproporzionati rispetto alla tutela degli interessi pubblici oggetto della normativa di settore.
Le linee guida italiane
Secondo le linee guida, «per “oneri amministrativi” si intendono gli obblighi informativi, previsti per legge, che hanno a oggetto le attività di produrre, elaborare, raccogliere, tenere e mettere a disposizione, fornire informazioni in merito a propri stati, fatti, atti alla pubblica amministrazione (o ad altri enti terzi)». Tali obblighi «vanno intesi in senso ampio, includendo, ad esempio, richieste di permessi o autorizzazioni, dichiarazioni o segnalazioni di inizio attività, informazioni da riportare su etichette, presentazione di rapporti o relazioni, verifiche e controlli necessari per fornire le informazioni, iscrizione in albi, registri, registrazioni, rendicontazioni periodiche e altre comunicazioni». Non rientrano invece nella definizione di oneri amministrativi «né gli obblighi di natura fiscale, ossia quelli che consistono nel versamento di somme di denaro a titolo di imposte di varia natura, né gli obblighi relativi alla modifica di comportamenti, di attività, di processi produttivi o di prodotti (quali, ad esempio, l’adozione di misure di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro)».
La misurazione degli oneri amministrativi ha, in altre parole, la finalità di migliorare l’efficienza dell’amministrazione e di ridurre il più possibile i costi inutili per le imprese e i cittadini, intervenendo sui costi della burocrazia, che sono un ostacolo alla crescita e alla competitività economica.
Una metodologia condivisa
Per misurare gli oneri amministrativi, in Italia, il ministero della Pubblica amministrazione e il dipartimento della Funzione pubblica raccomandano l’utilizzo della metodologia dello Standard cost model (Scm): una metodologia riconosciuta a livello internazionale e a livello europeo, dove la Commissione europea ha adottato lo Standard cost model (Scm) come strumento di misurazione, al fine di pervenire a una stima degli oneri amministrativi tramite una modalità unanimemente riconosciuta e applicabile in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.
Secondo i dati pubblicati dallo Standard cost model network, la rete costituita nel 2003 dai Paesi che usano lo Scm e che si occupa di promuovere e diffondere best practices, sono 23 i Paesi membri dell’Unione Europea che ricorrono a questa metodologia.
Il primo Paese a realizzare una misurazione sistematica degli oneri amministrativi è stato l’Olanda che, nel 2003, ha effettuato una stima degli oneri derivanti dalla regolazione nazionale a carico delle imprese.
Nel corso degli ultimi decenni, tutti i Paesi dell’area Ocse si sono impegnati a compiere azioni per migliorare la qualità della regolazione e a ridurre il peso della burocrazia che grava su imprese e cittadini. Le politiche adottate si sono incentrate sia su interventi di digitalizzazione dei procedimenti che di semplificazione della normativa e degli adempimenti burocratici: tra i principali strumenti adottati vi è proprio la misurazione degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese e sui cittadini.
Il caso di Regione Lombardia
Dal 2019 Regione Lombardia è promotrice della misurazione degli oneri gravanti sulle imprese a livello locale, regionale e nazionale, nonché della quantificazione degli impatti generati dagli interventi di semplificazione e digitalizzazione posti in essere dall’amministrazione regionale nel corso degli anni. Attraverso la metodologia dello Scm è possibile, infatti, stimare in termini monetari, in itinere, ex ante ed ex post, anche i benefici derivanti dall’attuazione di interventi di semplificazione e digitalizzazione degli adempimenti che gli utenti devono espletare nei confronti della pubblica amministrazione.